Frode con Postepay: essere rimborsati

Frode con Postepay: essere rimborsati

I consumatori più caparbi, quelli che vanno fino in fondo alla storia anche a fronte di un danno di piccola entità, ottengono giustizia.

“L’Arbitro bancario e finanziario ha sempre ritenuto Poste responsabile della clonazione delle carte di credito perché non esiste un sistema sicuro al 100%, come tenta di farci credere l’azienda”, ci spiega Fabio Picciolini, di Adiconsum.

“La mano criminale arriva sempre prima dell’istituto, che solo di fronte all’attacco pone rimedio rafforzando il sistema”. Picciolini, non è che è un atteggiamento comune al l’in tero settore? Co me si comportano le banche in questi casi? Sono un po’ meno peggio. Ma anche loro non fanno salti di gioia davanti alle richieste di rimborso.

E il consumatore come può difendersi? Il fenomeno è in costante crescita e i consumatori devono prestare sempre maggiore attenzione.

Quando si eseguano pagamenti on line con la carta di credito è importante avere un buon browser di protezione, in grado di individuare i link sospetti.

Ed è bene porre attenzione a tutte le e-mail “ambigue” in cui vengono richiesti i dati di home banking e i codici personali, perché proprio attraverso queste richieste i frodatori informatici riescono a clonare le carte di credito.

Chi paga abitualmente con carte di credito deve cercare di coprire la tastiera mentre digita il codice e dopo l’acquisto non deve buttare lo scontrino, perché i clonatori con la tecnica del “trashing”, ossia frugando nella spazzatura, possono risalire alla matrice.

È buona norma, infine, conservare gli scontrini fino a che la spesa non viene visualizzata sull’estratto conto, che deve essere fatto con una certa regolarità.

Ancora: mentre effettuiamo un prelievo con il Bancomat, badiamo a eventuali presenze sospette, di persone o dispositivi.

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