Investimenti: tutte le mosse da fare nel 2010

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Borse ancora favorite dalla ripresa.

Le obbligazioni rendono troppo poco per compensare i rischi del possibile rialzo dei tassi.

L’unica granitica certezza è che i tassi di interesse non possono più scendere.

Possono salire, però, dallo zero (o quasi) dove si trovano ora.

E questo cambierà un’altra volta il mondo.

Il 2010 dei mercati si apre così, all’insegna di un’insolita sicurezza e di una grande incertezza sui tempi e sugli effetti del ritorno alla normalità, dopo la prima recessione globale.

Che cosa succederà alle azioni?

L’idea più condivisa è che i listini, favoriti dagli stimoli economici e dal costo del denaro ancora fermo, saliranno. A guidare la pattuglia sempre i titoli ciclici, purché dotati di free cash flow , utili visibili e debiti leggeri.

Quasi inutile dire che tra i meriti per finire nella lista delle azioni dell’anno fa gran punteggio avere una vasta quota di fatturato nei Paesi Emergenti, il nuovo motore dell’economia in convalescenza.

I più ottimisti (come Goldman Sachs e Jp Morgan) immaginano addirittura un +20-25% per i listini d’Europa impegnati a valorizzare il ritorno dei profitti, cioè un risultato analogo a quello che chiude l’anno in corso.

Stagione cominciata malissimo (a metà marzo 2009 i mercati hanno toccato il minimo) e finita con un recupero del 50-60%. Uno sprint che non ha pareggiato i conti con il disastro nemmeno andando indietro di dieci anni (-25% è il bilancio di Wall Street dal 2000 ad oggi), ma che ha tranquillizzato il pianeta. Signori, respirate pure:

La Grande Depressione 2 non andrà in onda. I prudenti dicono che i lis t i n i s a l i r a n n o meno (10-15%) e con un ritmo più lento. «Perché le forze cattive contrastate dalle autorità monetarie limiteranno ancora il potenziale delle azioni», spiegano gli analisti di Nomura, l’investment bank che ha acquisito quel che restava di Lehman Brothers dopo il fallimento.

Il pessimismo cosmico — distribuito in percentuali bassissime negli scenari di tutte le case di investimento e in quantità maggiori negli outlook di chi guadagna sui ribassi — calcola invece crolli del 30-40%.

Il rischio di un ritorno alla notte della scorsa primavera, comunque, secondo la maggioranza è solo residuale.

Non sarà invece facile la vita degli investitori in bond.

I depositari dell’unica certezza (i tassi non possono scendere) nel 2009 hanno guadagnato molto, soprattutto se hanno avuto il coraggio di acquistare le emissioni societarie nel momento peggiore, dopo la tempesta scoppiata nell’autunno 2008.

Adesso i risparmiatori hanno davanti lo scenario inverso: rendimenti destinati a salire, prezzi condannati a scendere.

Per rimanere a galla bisogna giocare ancora sulle scadenze brevi per non ingessare il portafoglio con emissioni lunghe che si svaluterebbero non appena la Bce alza i tassi.

E, contemporaneamente, vaccinare il portafoglio cominciando piano piano ad acquistare cedole variabili se il clima dovesse migliorare.

Soddisfazioni sempre più magre (e speranze di riscatto legate alla risalita dei tassi) per i fan della liquidità.

Strappare il 2% è diventata un’impresa ardua, che richiede lo studio attento delle promozioni dei conti on line, unici strumenti che ancora consentono la spunta di rendimenti doppi o tripli rispetto allo 0,50% netto su cui si è bloccato il Bot annuale.

La grande incertezza produce più del solito opinioni diverse, che hanno però qualche punto in comune.

Per esempio l’idea che sui listini azionari sarà bel tempo soprattutto nei primi sei mesi del 2010.

Lo pensano indifferentemente i paladini del 25% e quelli che invece prevedono un -5% di bilancio finale (Morgan Stanley).

Se dodici mesi vi sembrano troppi, intanto si può cominciare dai primi sei.

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