Sky Online: la tv satellitare in streaming e senza parabola

Sky Online: la tv satellitare in streaming e senza parabola

Abbonamento a Sky cinema o Sky serie tv oltre a singoli eventi sportivi

Evocato un po’ troppo e temuto almeno in uguale misura.

Anche se non si sa bene cosa sia, è altisonante il «Popolo della Rete », che con un clic benedice una legge o mette al bando un parlamentare.

E orienta i consumi, soprattutto quelli televisivi: del resto, a chi naviga piace sempre più godersi la visione, surfando da tablet a pc, fino a smartphone e smart tv.

Così, nel mercato articolato della tv sul web, tra colossi internazionali e italici esperimenti, irrompe anche Sky.

Nelle prossime settimane partirà l’atteso servizio Sky Online, ma già oggi sul sito omonimo è possibile pre-registrarsi per essere tra i primi a usufruire di un periodo di prova.

Ci si rivolge a chi non è ancora abbonato e non vuole sentir parlare di parabole sui tetti: i famosi «nativi digitali» che piacciono tanto ai sociologi e troveranno due diverse combinazioni.

Una dedicata al cinema, con circa 600 film e otto canali lineari; un’altra per le serie tv con tre canali lineari e 300 episodi nel calderone.

C’è poi la possibilità di arrivare ad alcuni grandi eventi sportivi, serie A esclusa.

E quando, tra qualche settimana, si supererà la fase del «coming soon», verranno comunicati nel dettaglio i prezzi: partiranno da 10 euro mensili, senza superare i 20.

La rivoluzione copernicana è partita da un po’: addio a masse indistinte che si adattano ai palinsesti, adesso sono contenuti e device a modellarsi alle mutevoli esigenze degli utenti.

Per questo Sky ha risposto a Mediaset, che era scattato assai prima con il servizio Mediaset Infinity: è una piattaforma di streaming (attenti! C’è il rinnovo automatico, a meno che sul sito non ci si cancelli per tempo) e con 9,99 euro al mese mette insieme circa 5 mila contenuti.

Ci sono prodotti del vecchio catalogo di Mediaset, perfetti per ingolosire i nostalgici.

Di certo, i due operatori di pay tv non vogliono cannibalizzare gli abbonati, ma fanno la faccia cattiva con chi già presidiava il mercato: Cubovision di Telecom dal 2009 è la realtà più consistente, con i suoi 100 mila utenti e un’offerta di 5 mila titoli sempre disponibili;

Chili Tv di Fastweb dal 2012 consente di noleggiare o acquistare film in un elenco pregevole, anche di prime visioni. È la feroce caccia allo streaming, dove ogni mossa ricalca quelle di chi ha già stravolto la filiera della musica. Certo, sullo stesso palcoscenico c’è anche la guerra dei mondi tra Apple e Google, con Cupertino che punta le fiches sul catalogo iTunes, mentre Mountain View lucida il servizio «Play», negozio online dove si fa shopping tra app, giochi, musica e libri. Ma è il convitato di pietra a terrorizzare i commensali: a breve, ma non a brevissimo, arriverà anche da queste parti Netflix, colosso della tv in streaming che negli Stati Uniti e non solo detta legge.

Con 44 milioni di abbonati, di cui 11 solo in Europa (è già attivo in Gran Bretagna, Irlanda, Svezia, Danimarca, Norvegia e Finlandia) ha riscritto la grammatica dell’on demand. S’è pure avventurato in creazioni originali, come la faraonica House of cards di David Fincher con Kevin Spacey: i rivali italiani da anni prendono appunti e entro fine 2014 potrebbero finalmente sfidare il gigante da vicino.

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