Telefonia fissa: Telecom aumenta il canone

Telefonia fissa: Telecom aumenta il canone

Brutte notizie all’orizzonte per i consumatori dal mondo della telefonia fissa.Lo scorso 9 settembre l’Agcom ha ritoccato al rialzo le tariffe del cosiddetto unbundling, il canone fisso che tutti gli operatori concorrenti (Vodafone, Tiscali e gli altri) pagano a Telecom per collegare i propri clienti alla rete telefonica dell’ex monopolista. Tradotto in soldoni, è l’affitto mensile calcolato per ogni singola utenza. Oggi è “fermo” a 8,49 euro (2 anni fa era 7,50 euro), ma lo sarà ancora per poco.

L’Autorità garante delle comunicazioni ha stabilito infatti che dovrà aumentare nel 2011 e nel 2012, passando rispettivamente a 9,14 e 9,48 euro (ridimensionando di poco le stime iniziali di 9,26 e 9,67 euro). È una misura “a monte”, un aspetto che interessa i rapporti fra operatori.

Ma inevitabilmente farà sentire i suoi riflessi “a valle”, sulle tasche degli utenti finali. Per non veder ridurre i propri margini, i gestori potrebbero decidere di rifarsi sugli abbonati alzando i canoni mensili per la telefonia fissa, e correndo il rischio, il loro in questo caso, Telecom di perdere clienti, irritati dall’aumento dei costi fissi che dovranno sostenere per alzare la cornetta o collegarsi a internet con l’Adsl.

Ma quanto sarà l’aggravio in bolletta? Calcolatrice alla mano, l’aumento, ancora tutto ipotetico, potrebbe essere stimato intorno al 12% stando ai numeri diffusi dall’Autorità.

Il ritocco non è piaciuto alle associazioni di consumatori.

“Nel tavolo permanente presso l’Agcom ci siamo sempre detti contrari all’aumento dei costi di unbundling perché penalizzano la reale concorrenza fra gli operatori”, spiega Elvira Cocca, di Adoc.

“Oltre a una legittima preoccupazione che i costi per gli utenti finali possano aumentare, il punto cruciale è che a questo aumento delle tariffe non corrisponde un effettivo miglioramento della qualità della rete che, al contrario, rimane vecchia e inadeguata”. Oggetto di critica è stato anche il metodo applicato dall’Agcom per calcolare l’incremento.

Nel documento dell’Autorità si legge che “l’adeguamento previsto colloca l’Italia al di sotto della media dei primi 16 paesi Ue (9,46 euro al mese), e a significativa distanza da realtà che adottano un modello analogo a quello italiano (10,02 euro al mese)”.

Non la pensa così Vodafone, che in una nota spiega come non solo l’aumento voluto dall’Agcom si sommi a quello del canone di abbonamento Telecom, passato da 14,60 a 16,10 euro al mese, ma collochi l’Italia molto al di sopra della media europea, che va calcolata non su 16, bensì su 27 paesi.

Come se non bastasse, evidenzia il gestore, il ritocco al rialzo delle tariffe di unbundling è in netta controtendenza rispetto a quanto sta avvenendo nel resto del Vecchio Continente.

I dati? Tra la fine del 2009 e la seconda metà del 2010, i prezzi sono scesi in Olanda del 19% (da 7,83 euro a 6,52 euro mese), in Belgio del 16,6% (da 9,29 euro mese a 7,75), in Austria del 34,8% (da 9 euro mese a 5,87), in Romania del 28% (da 8,27 a 6,02 euro mese).

Un calo generale, insomma, che ha portato il canone medio alla soglia degli 8,38 euro. Un secondo punto critico riguarda i costi di manutenzione della rete Telecom, che si calcolano ipotizzando il tasso di guastabilità, ossia la misura di quante volte la rete non funziona a dovere.

L’Agcom ha stimato un tasso del 22,5%.

Peccato che un dato comunicato dall’amministratore delegato di Telecom Italia, Franco Bernabè, nel corso di un’audizione presso l’Autorità lo scorso 10 giugno invece porti in evidenza un valore assai diverso: il 12% circa.

Dal canto suo Telecom Italia si limita a far sapere che l’aumento delle tariffe di unbundling è una decisione presa in prima persona dall’Autorità secondo criteri e metodi di calcolo perfettamente in linea con il quadro europeo.

Per gli utenti finali in ogni caso potrebbe esserci una via d’uscita.

A dire l’ultima parola sulla vicenda infatti sarà infatti la Commissione europea, visto che lo schema di provvedimento messo nero su bianco dall’Agcom sarà inviato a Bruxelles per ricevere il parere definitivo.

Per scongiurare eventuali aumenti dal 2011, ai consumatori non resta quindi che sperare in una bocciatura.

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