Shopping natalizio: si compra meno ma con più attenzione alla qualità

Shopping natalizio: si compra meno ma con più attenzione alla qualità

Il quaranta per cento della ricchezza nazionale appartiene al dieci per cento delle famiglie e oltre la metà di quel che resta gli italiani lo impiegano nel mattone caricandosi sulle spalle un mutuo più grande del sacco di Santa Klaus.

Ecco, il Natale 2010 dei piccoli risparmiatori è fatto di debiti, tasse e rate per pagare la casa.

Della tredicesima resta poco e dei 38,5 miliardi di indennità natalizia distribuiti in busta paga soltanto 5,5 miliardi saranno spesi in regali e consumi legati alla festività.

Il dato è accertato da due distinte ricerche.

La prima, redatta dall’Associazione nazionale contribuenti, ci dice che circa sette italiani su dieci quest’anno utilizzeranno la tredicesima per pagare le tasse arretrate e che soltanto quattro su cento riusciranno a trasformarla in risparmio.

La seconda, firmata da Federconsumatori e Adusbef (sigla per la difesa dei consumatori e utenti bancari, finanziari e assicurativi) conferma che ben il 75 per cento verrà speso per pagare tasse arretrate, imposte, bolli, mutui e assicurazioni.

Sarà dunque un Natale durissimo sul fronte dei consumi, perché almeno tre famiglie su quattro taglieranno la spesa per far fronte all’incerta situazione economica.

Un bene o un male?

«Di certo la crisi ha insegnato agli italiani che il consumismo spinto è ormai non soltanto impossibile, ma anche frustrante », commentaRita Battaglia, vicepresidente di Federconsumatori. «Vendere meno non gioverà alla ripresa economica, ma certamente avvia i consumatori verso una fase di maggiore consapevolezza.

Lo si vede nei consumi alimentari, ridotti nella quantitàma più orientati alla qualità. Nell’acquisto degli abiti o dei giocattoli, diminuiti in favore dello scambio o del riciclo».

La tendenza

La bella notizia di Natale è dunque che stiamo diventando più buoni, meno spreconi e più solidali. Quella triste è che si è fatta di necessità virtù, visto che a bruciare circa 26,9 miliardi delle tredicesime saranno bollette, utenze, rc auto, bollo auto e moto, canone Rai, ratei e prestiti. «Qua e là si legge che i consumi sono in leggera crescita, ma non abbastanza da modificare il trend fotografato dalla ricerca sul Natale del 2010.

Le famiglie rispetto allo scorso anno sono realmente più indebitate e di questo devono rispondere».

Per questo motivo tutte le associazioni dei consumatori chiedono a gran voce l’anticipazione dei saldi e la detassazione dell’indennità natalizia, capace di ridare un po’ di ossigeno ai conti correnti degli italiani dopo che la riduzione dei posti di lavoro o i rincari iniziati a gennaio del 2010 (carburanti e autostrade) hanno messo a dura prova le loro finanze.

A fronte di un lieve aumento del patrimonio distribuito con le tredicesime (più 1,70 per cento rispetto al 2009) infatti, la capacità di risparmio cala.

Per allietare il Natale restano a disposizione degli italiani soltanto 8,9 miliardi e di questi appena il 38 per cento finirà nel salvadanaio.

Consiglia bene dunque l’Aduc (associazione difesa utenti e consumatori) quando dice di non farsi allettare da pranzi e cenoni fuori casa.

«Il costo di un banchetto medio con acciughe e tortellini, scontrino del supermercato allamano, si aggira attorno agli 11 euro », stimano gli esperti dell’associazione.

A voi la scelta.

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