Eicma, scooter ciclomotori e cinquantini: 79 produttori

Eicma, proliferano gli scooter: solo per i ciclomotori e i cinquantini c'erano 79 produttoriEicma, proliferano gli scooter: solo per i ciclomotori e i cinquantini c'erano 79 produttori

Le tendenze del Salone: grandi e costose oppure piccole ed economiche. E l’ecologico avanza.

Il mercato si divide tra moto di fascia alta e prodotti a basso costo, soprattutto scooter: è il verdetto più significativo della 67ª edizione dell’Eicma, il Salone della Moto, che si è chiuso domenica con il nuovo record di espositori, 1.341 contro i 1022 del 2008.

Al salone di Milano (Eicma: Fiera di Milano 67ª edizione Salone del Ciclo e Motociclo), malgrado l’assenza di Honda e Yamaha, il numero dei visitatori è passato dal mezzo milione del 2008, che però includeva anche il Salone di ciclo e la Sei Giorni di ciclismo, ai 450 mila di quest’anno.

E persino la riduzione della superficie espositiva da 280 mila a 260 mila mq è indice di miglioramento perché nel 2008 le bici occupavano il 13 per cento dell’area totale, cioè 8.032 mq di superficie netta (su un totale di 61.818 mq) e circa 36 mila mq di superficie lorda.

Per contrastare la crisi, le Case hanno risparmiato nell’allestimento degli stand: sono quasi scomparsi i gadget promozionali.

Passando ai nuovi modelli presentati, è stata confermata la tendenza 2009 che dopo anni di supremazia vede un calo sensibile delle moto di classe intermedia, superiore alle riduzioni patite dalle cilindrate estreme: i dati di vendita dei primi 10 mesi registrano un meno 27,1% per i 600 cmc e un meno 23,48% per i 750 cmc.

Cali più evidenti rispetto al -6,24% delle moto fino a 125 cmc e al -15,8% delle moto da 751 a 1000 cmc. Fiutato l’affare, i maggiori produttori hanno concentrato gli sforzi sui modelli più potenti e costosi (dalla MV F4 al Multistrada 1200, passando per lo Z1000, l'Aprilia RSV4R, la Bmw R1200 RT, la Suzuki GSX1250FA e la Triumph Rocket III), snobbando per lo più le cilindrate intermedie (da 400 a 750 cmc), dove si sono concentrati, per ovvi motivi, Ktm, Husqvarna e Beta. Sull’altro versante è un continuo proliferare di scooter (solo per i ciclomotori e i cinquantini c'erano 79 produttori), da 50 fino a 300 cmc, con una massiccia presenza cinese (178 espositori, secondi solo ai 618 italiani,ma più di Francia, Germania e Regno Unito messi assieme): seppure meno spartani degli anni passati, restano pochissimi i prodotti asiatici extra Giappone in grado di differenziarsi dalla concorrenza.

Potrebbero farlo gli elettrici, presentati nella sezione Green Planet, ma come ha dimostrato l’assenza dei grandi marchi (Ducati Energia non ha nulla a che vedere con la Ducati di Borgo Panigale), il volume delle vendite è ancora troppo scarso per un lancio di un prodotto specifico e si prosegue a colpi di prototipi.

Però qualcosa si muove, come ci ha spiegato Adam Offenbach della britannica Ecolve, che assembla scooter elettrici prodotti con componenti cinesi: «Nei luoghi pubblici dell’area metropolitana di Londra ci sono decine di colonnine di ricarica. Se lo facessero anche Milano e Roma il più sarebbe fatto ».

Il solito cane che si morde la coda: senza colonnine nessuno compra scooter elettrici perché teme di restare a secco prima di arrivare a destinazione ma finché le vendite di veicoli elettrici non si impennano nessuno investe in colonnine.

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