L’incentivo auto fa bene, si replichi: scadenza incentivi auto 31 dicembre

L’incentivo auto fa bene, si replichi: scadenza incentivi auto 31 dicembreL’incentivo auto fa bene, si replichi: scadenza incentivi auto 31 dicembre

Incentivi Auto: Costano 400 milioni, ma permettono di ridurre cassa integrazione e spese sanitarie.

Per questo Claudio Scajola prepara una rottamazione bis. Se la Fiat non taglia.Il ministro Claudio Scajola: dalle auto più entrate fiscali. Vendite di auto in Italia

Gli incentivi per la rottamazione per il 2009 sono iniziati il 7 febbraio e termineranno il 31 dicembre

Sugli incentivi per l’auto si deciderà a fine mese, ma è quasi certo che verranno prorogati. Parola del ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola.

«Il costo si è in grandissima parte autofinanziato. E abbiamo consentito a un settore strategico di restare vivo e competitivo a livello mondiale». In cambio la Fiat si impegna a tenere aperti tutti e cinque gli stabilimenti in Italia.

Scajola è convinto di spuntarla anche su un altro fronte: l’internet veloce per tutti.

Un piano pubblico-privato da 1,4 miliardi, di cui 800 a carico dello Stato. «Ne ricaveremo 60 mila posti di lavoro.

Ma soprattutto miliardi di economie per cittadini, aziende e uffici pubblici.

Sarà come per le autostrade degli anni Sessanta, che dettero il via al boom».

Iniziamo dalla Fiat: quali stabilimenti terrà attivi in Italia?

La Fiat si è impegnata per tutti e cinque gli stabilimenti italiani e sinora ha mantenuto la parola. L’azienda produce in Italia poco più di 600 mila vetture l’anno, meno di quelle che vende. Lo stesso Sergio Marchionne, che sono andato a trovare a Detroit a fine settembre, è convinto che la produzione Fiat sia destinata a crescere nel nostro Paese. Questo riguarda anche Pomigliano? Finora Pomigliano è stato utilizzato per l’Alfa Romeo. Credo che continuerà a produrre auto.

Per Termini Imerese era prevista la fine produttiva già in base al piano 2008. Chiederete un ripensamento?

Per Termini non è prevista la cessazione produttiva, ma quella della costruzione di auto, in particolare le Ypsilon. Dal 2012 sarà destinato ad altri prodotti, sempre nel perimetro Fiat. Il governo si è detto disponibile ad accompagnare la riconversione con un contratto di programma per il quale abbiamo pronti gli stanziamenti.

Di quanto?

Definiremo l’ammontare esatto assieme alla Regione Siciliana, che ha già detto di voler fare la propria parte con 150 milioni. Metteremo ciò che sarà sufficiente ad accompagnare la riconversione.

Ma cosa si può produrre a Termini?

Innovazione e sperimentazione tecnologica. Ovviamente, se il mercato lo consentirà, faremo di tutto per mantenervi anche la produzione di auto.

Stanno per scadere gli incentivi: come hanno funzionato?

Dobbiamo ricordare che tra dicembre 2008 e febbraio 2009 il mercato auto era crollato in tutta Europa del 30- 40 per cento, mettendo a rischio decine di migliaia di posti di lavoro. Grazie agli incentivi, gli acquisti sono ripresi e stanno riportando le immatricolazioni ai livelli del 2008. In ottobre c’è stato un aumento delle vendite del 15,7 per cento e, a giudicare dagli ordini, per novembre e dicembre questo rialzo doprovrebbe proseguire. Chiuderemo probabilmente il 2009 con 2,1 milioni di auto immatricolate: solo il 3 per cento in meno rispetto al 2008. Quindi i bonus si sono in parte finanziati. Il rinnovamento del parco auto italiano, che è il più vecchio d’Europa, comporta diversi vantaggi. C’è il gettito fiscale sulle auto vendute in più, che può quantificarsi in 900 milioni: il 50-60 per cento degli incentivi erogati. Poi ci sono vantaggi indiretti ma non meno importanti: la riduzione della cassa integrazione, l’aumento della sicurezza stradale, la riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Solo di cassa integrazione abbiamo risparmiato 5 milioni di ore, che corrispondono a 40 milioni di euro. Sulla sicurezza c’è uno studio secondo cui 400 mila vetture nuove, come quelle che abbiamo incentivato, determinano per minori incidenti un risparmio di spesa sanitaria di 150 milioni l’anno. Per l’ambiente, nel 2009 le emissioni di anidride carbonica medie per vettura si sono ridotte da 145 a 137 grammi per chilometro. E dopo il 2012 rischieremmo di pagare multe comunitarie molto salate se non riuscissimo a ridurre le emissioni entro i limiti previsti. In definitiva direi che il costo crudo degli incentivi sarà a fine anno di 400 milioni: ce lo possiamo permettere per tenere competitivo un settore strategico. Sembra quasi certo che gli incentivi saranno prorogati nel 2010. Si possono vincolare al mantenimento della produzione in Italia? La proroga la decideremo a fine mese sulla base degli andamenti del mercato, della ripresa e di quello che faranno gli altri paesi europei. Non possiamo collegare direttamente la proroga degli incentivi al mantenimento delle linee produttive in Italia perché sarebbe contrario alle regole comunitarie sugli aiuti di stato. Ma sono convinto che la Fiat manterrà l’impegno di aumentare la produzione. Bruxelles farà problemi? Appunto, vincolare i bonus alla produzione nazionale è contro le regole europee, come ha ricordato il commissario alla Concorrenza Neelie Kroes al governo tedesco nella vicenda Opel, prima che la General Motors decidesse di non vendere più alla Magna.

Si può considerare quella Fiat una partita vinta anche dall’Italia?

Il mercato mondiale dell’auto è in una condizione strutturale di sovraccapacità produttiva: si possono produrre 90 milioni di vetture, ma se ne vendono poco più di 60 milioni. Delle due, l’una: o aumentano fortemente le vendite, soprattutto nei paesi di nuova industrializzazione, oppure si riduce strutturalmente la capacità di produzione, come è stato fatto per l’acciaio negli anni Ottanta. Noi speriamo ovviamente che si verifichi la prima ipotesi e siamo ben posizionati per coglierne le opportunità, perché produciamo modelli medio-piccoli, che consumano poco. Lo sbarco negli Stati Uniti con la Chrysler, gli accordi in India e Cina, il rafforzamento in America Latina sono condizioni importanti per confermare la presenza della Fiat tra i big dell’auto anche nel futuro.

Lei ha aperto il fronte della banda larga: 800 milioni per dare a tutti una copertura internet decente.

L’intervento pubblico è parte di un piano da 1,4 miliardi che coinvolge anche i privati, frutto di un rapporto che ho commissionato a Francesco Caio, un’autorità indipendente di livello mondiale. L’Italia è tra i fanalini di coda in Europa per la scarsa copertura, la lentezza delle connessioni e la poca integrazione tra fibra, cavi e wireless. Questo digital divide va superato garantendo a tutti almeno 2 mega di connessione.

Il governo non ha soldi…

Bisogna capire che non è una spesa ma un investimento, oltretutto dai ritorni rapidi. Si apriranno 33 mila piccoli cantieri con 50-60 mila posti di lavoro. E in prospettiva si tratta di garantire a privati, aziende e pubblica amministrazione risparmi dell’ordine di decine di miliardi. Dobbiamo ragionare come con le autostrade negli anni Sessanta, che fecero da battistrada al boom economico.

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