Valentino va a lezione dai fenomeni del rally: Motor Show

Valentino va a lezione dai fenomeni del rally: Motor Show

Rossi a Bologna deve arrendersi ai migliori specialisti e si ferma ai quarti
«Che onore sfidare Grönholm e Solberg. Ho cominciato piano ma miglioro»

Il Motor Show e Valentino Rossi rendono popolare anche un rally con tanti cognomi titolati ma «misteriosi» per il grande pubblico. Ieri, nella prima giornata del Memorial Bettega, di ex campioni del mondo ce n’erano 2: Marcus Grönholm e Petter Solberg. E sulla mini pista asfalto-terra da 1.020 metri c’erano solo macchine Wrc, le stesse delle sfide iridate.

Alla fine ha trionfato Mikko Hirvonen, vice campione 2009, davanti a Sebastien Ogier, terzi a pari merito Petter Solberg e Marcus Grönholm. Valentino—nei giri di prova affiancato dal cantante Cesare Cremonini —, si è fermato ai quarti: 3 sfide vinte (2 con Campedelli e una con Ogier) e 5 perse con gli altri campioni. Ma non ha deluso: nella prima fase è stato uno dei tre piloti a guidare sotto i 50″. Il 9 volte iridato delle moto ha preso la sfida sul serio, senza timori reverenziali nei confronti dei grandi della specialità: «È un onore enorme sfidare Solberg e Grönholm. O Hirvonen, il vice campione del mondo, o Navarra che qui ha vinto sette volte. Io pago il poco allenamento: ho avuto solo 3 giri di prove libere. Nella prima sfida non ero abbastanza veloce, ma nella seconda ho fatto dei bei progressi. E sono soddisfatto. Mi piace la formula del Motor Show di quest’anno che ha puntato tanto sulle gare».

Kimi Raikkonen ha preso un anno di pausa dalla F.1 per i rally. Un’ispirazione per lei?

«Ognuno fa quello che crede meglio. Per quanto mi riguarda dipende da tante cose. Vedremo. Intanto, dopo questa gara ho chiuso la stagione. Dicembre e gennaio sono per le ferie: andrò a sciare con i miei amici ».

A metà del prossimo anno la scelta:Yamaha, Ducati, Formula 1 o appunto rally?

«Ci sono grandi interrogativi: ci penso ma non ho deciso nulla. D’inverno partecipo ad alcuni rally e quando smetterò con le moto, proseguirò le gare in macchina perché mi piace tanto. E magari avrò una carriera su quattro ruote.Male moto sono, oltre che passione, il mio vero lavoro. Chiusa questa parentesi tornerò alla MotoGP. Però a questi rally di fine stagione non rinuncerò mai: è anche un modo per stare vicino ai tifosi».

Da dove arriva questo amore per i rally?

«Da piccolino, da quando cominciano imiei ricordi, ho l’immagine di Graziano, il mio papà, che mi prendeva in macchina accanto a lui e mi portava a fare i traversi. Sono cresciuto sia con la grande passione per le moto, sia con quella per le auto. E quando mi propongono queste sfide non dico mai di no».

Giù dal podio del rally Rossi s’e rifatto in serata, al Teatro delle Celebrazioni, dove ha ritirato due premi: il Casco d’Oro per il Mondiale e il trofeo Top Rider assegnato dai lettori di Motosprint. Casco d’Oro anche a Tony Cairoli, iridato cross Mx1, e a Marco Simoncelli per le vittorie nei GP della 250.

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