Dal carta di credito bancomat alla carta di credito revolving: gli italiani non si fidano

Dal carta di credito bancomat alla carta di credito revolving: gli italiani non si fidanoDal carta di credito bancomat alla carta di credito revolving: gli italiani non si fidano

Carte di credito: I soldi di plastica spaventano ancora

L’80% degli italiani ne possiede non più di una

Dal tradizionale bancomat ai rischi revolving

Il ministro Tremonti ama ripetere che gli italiani non si fidano dell’economia di plastica, quella fatta dalle carte di credito, a differenza degli americani.

In effetti, continuiamo ad avere una certa diffidenza nei confronti degli strumenti alternativi ai pagamenti con le banconote.

Secondo l’Osservatorio sulle carte di credito Assofin- Crif Decision Solutions-Gfk Eurisko, le operazioni di pagamento Pos (cioè con le macchinette nei negozi) per singolo terminale ci vedono all’ultimo posto rispetto ai big europei: 677 operazioni all’anno in Italia, contro le 6561 in Inghilterra e le 4811 in Francia.

È vero che, come risulta all’Abi, ci sono 74 milioni di carte in circolazione, tra bancomat (29 milioni), carte di credito (33,5), prepagate (4) e revolving (3,6), ma le carte attive, cioè quelle che hanno effettuato almeno una transazione, sono 51,8 milioni.

L’italiano è prudente e non si fida delle carte di credito

E la conferma arriva da un’altra cifra: l’80% possiede una sola carta di credito.

Opzioni carte di credito

C’è il sicuro bancomat, collegato al proprio conto corrente.

Paghi e i soldi vengono subito detratti dal tuo conto.

Puoi acquistare in negozio oppure prelevare allo sportello, gratis nella tua stessa banca, con una commissione di 2-2,5 euro nelle altre.

Poi ci sono le carte di credito, e qui la storia si fa più complicata.

Le carte di credito tradizionali ti impongono di pagare il conto della spesa a fine mese.

Le carte di credito prepagate le carichi tu e puoi utilizzarle senza un conto corrente.

Le carte di credito revolving ti consentono il rimborso a rate.

Proprio su queste ultime si sono accesi i riflettori di Bankitalia, Antitrust e associazioni dei consumatori.

Carte di credito revolving

Il loro utilizzo, in Italia, ha subìto una frenata: dopo una crescita del 7,2% nel 2008, nei primi sei mesi del 2009 l’incremento è stato solo del 2,9%.

La Banca d’Italia ha chiesto agli intermediari bancari e finanziari maggiore trasparenza nel rapporto con il cliente.

Il nodo è rappresentato dagli elevati interessi: le revolving sono un vero e proprio strumento di finanziamento, visto che il pagamento è frazionato su base mensile, e tutto questo ha un costo.

Troppo alto, secondo le associazioni dei consumatori. «Sconsigliamo le carte revolving spiega Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo, perché mediamente il costo del credito presenta dei tassi di interesse eccessivamente cari.

Si tratta delle forme di prestiti più onerose che ci sono sul mercato, con una media del 16-17% e punte del 25%.

Spesso ci sono forme di accesso al credito che costanomenodella metà».

Inoltre, Altroconsumo ha diffidato dieci società emittenti per alcune clausole vessatorie presenti nei contratti.

La maggioranza di esse ha accettato le modifiche richieste, le poche che si sono rifiutate sono state citate in giudizio.

La principale anomalia? «Oltre alla modifica unilaterale delle condizioni contrattuali — dice Martinello —, abbiamo contestato l’ammontare degli interessi di mora nel caso di un ritardo nei rimborsi delle rate.

I clienti sono costretti a pagare penali molto alte».

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