Piattaforme di trading online: investire online

Piattaforme di trading online: investire online

Comprare e vendere azioni, obbligazioni e altri titoli finanziari online non è più una novità.Hanno cominciato in Usa nei primi Anni 90. Qualche anno dopo le piattaforme di trading online si sono diffuse ovunque grazie a Internet.

Gli italiani hanno mostrato subito di apprezzare molto la possibilità.

Le ragioni principali? Commissioni basse, molto spesso fisse; libertà dagli orari bancari; facilità nell’uso; allargamento e globalizzazione delle possibilità d’investimento. Azioni, obbligazioni, Etf, opzioni, valute e molti altri prodotti finanziari, consigliabili e meno, a portata di mouse e di telefonino. Alla fine degli Anni 90 fare trading online sembrava potesse diventare un nuovo lavoro.

Ma le insidie erano dietro l’angolo.

Il boom del Nasdaq e dei titoli tecnologici aveva illuso troppi trader che le Borse avessero come unica direzione quella verso l’alto. Il ritorno alla realtà è stato molto brusco: un crollo superiore all’80% nel marzo 2000; undici anni dopo quell’indice di Borsa è ancora il 50% sotto il massimo storico.

Da queste esperienze negative è nato un uso assai più maturo del trading online.

Le piattaforme principali si sono evolute, sono diventate sempre più sicure, semplici e complete.

Hanno coinvolto altri dispositivi: Pc, smartphone, app per gli iPad e le altre tavolette.

Investire da soli è diventato facile ed economico, da casa e in mobilità. E i rischi? Non sono certo scomparsi. Ecco alcune regole che non devono mai essere dimenticate. La prima: ricordatevi che fare molte operazioni, specie a breve termine, aumenta le commissioni e non dà alcuna garanzia sui risultati. Anzi. Warren Buffett ricordava di aver fatto molti più soldi con il «sitting» (mantenendo un certo investimento nel tempo) che con il trading. La seconda: investite in quello che capite e conoscete.

Altrimenti il trading online diventa una versione alternativa delle scommesse.

Invece di squadre di calcio e cavalli, azioni e altri titoli. Il rischio non cambia.

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