Immersioni e sicurezza, regole e i rischi sott’acqua: benessere fisico

Immersioni e sicurezza, regole e i rischi sott’acqua: benessere fisicoImmersioni e sicurezza, regole e i rischi sott’acqua: benessere fisico

Sub non si nasce,masi diventa. Obbligatorio sapere nuotare, indispensabile frequentare specifici corsi.

Ma imparare a immergersi con tanto di autorespiratore e muta, è solo il primo passo, e forse il più semplice.

Per evitare spiacevoli sorprese, occorre presentarsi all’appuntamento con gli abissi marini in buona forma e in completa sintonia con l’ambiente acquatico. Noi umani siamo indiscutibilmente «animali di terra » e l’ambiente acquatico, per quanto affascinante sia, non ci è del tutto confacente.

E non è solo un fatto di respirazione. Le preziose bombole risolvono, infatti, solo in parte il problema. Tant’è, che gran parte degli incidenti sono causati non tanto dalla mancanza di ossigeno e altri gas, quanto dalla loro presenza in eccesso.

Da una parte c’è l’acqua, la cui pressione aumenta con l’aumentare della profondità, dall’altra i gas contenuti soprattutto nei polmoni e nelle vie aeree, il cui volume può aumentare, soprattutto durante la riemersione, se la risalita è troppo veloce e se si blocca la respirazione, non buttando fuori l’aria in eccesso.

Per evitare complicazioni, i subacquei devono, quindi, riemergere lentamente continuando a respirare.

Embolia gassosa

Il rischio cui si va incontro è l’embolia gassosa. In pratica, il rapido aumento del volume polmonare può causare la rottura della parete alveolare, provocando il passaggio dell’aria in circolo. Le bolle d’aria che eventualmente si formano (emboli), dai vasi sanguigni dei polmoni, passano per la cavità sinistra del cuore e l’aorta, poi si infilano nelle arterie carotidee sino ad arrivare al cervello. Possono sopraggiungere perdita di conoscenza, cecità, sordità, paralisi della metà del corpo in opposizione alla parte di cervello toccata, delle crisi convulsive e arresto cardiorespiratorio. A questo incidente subacqueo, il più pericoloso per un sommozzatore, si dà il nome di embolia gassosa (Ega). L’unico trattamento risolutivo è l’immediata ricompressione in camera iperbarica. La somministrazione di acqua in grande quantità, per rendere più fluido il sangue, e l’erogazione di ossigeno, servono solo come primo intervento durante il trasporto verso un centro specializzato. Con una certa frequenza l’Ega è accompagnata o seguita dalla malattia da decompressione.

Mdd

Durante la risalita è sempre necessario compiere delle soste di decompressione, in modo tale da consentire all’azoto di uscire dai tessuti per andare nel sangue e da lì agli alveoli polmonari. Se ciò non avviene, anche l’azoto può liberarsi sotto forma di bolle, sia nel sangue che nel sistema nervoso centrale. Le conseguenze possono essere lievi, medie o gravi: dal senso di stordimento, prurito cutaneo, dolore agli arti, a convulsioni, vomito, incoscienza. Anche in questo caso, dopo il primo intervento con somministrazione di ossigeno e acqua, l’unico trattamento risolutivo è la ricompressione in camera iperbarica.

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