Videogiochi e film: il 3D sbarca in salotto

Videogiochi e film: il 3D sbarca in salotto

Le moderitornano, soprattutto quando servono. Il cinema in 3D, per esempio: negli anni ’50 era un cult, ora sta vivendo una nuova giovinezza nelle sale.

E da qui all’home video il passo è breve, perché i film che bucano lo schermo nel vero senso del termine stanno arrivando anche in dvd. Muniti, ovviamente, degli appositi occhialini con lenti rossoverdi, che danno alle immagini stereoscopiche quella «profondità» che immerge ancora di più nella pellicola.


Un esempio è quello di San Valentino di sangue, horror in 3D che a maggio nelle sale ha spopolato e che da due giorni è disponibile in versione blu-ray con quattro paia di occhiali e un tool apposito per ottimizzare i livelli di luminosità, contrasto e colore della tv di casa, preceduto solo dal “pioniere” Viaggio al centro della terra in 3D, ben accolto dal mercato secondo il distributore 01.

Edizioni speciali che non resteranno sole.
Il 3D è di moda in sala, ma è anche linfa per il mercato del cinema da casa, in flessione eminacciato dalla pirateria informatica.
E soprattutto, non si ferma ai film. È appena uscito anche il primo videogame di nuova generazione in visione 3D: è G-Force, il gioco del nuovo, omonimo kolossal d’animazione della Disney che ha come protagonisti dei porcellini d’India armati alla 007 col compito di salvare il mondo.
Nella confezione ci sono due paia di occhiali, basta inforcarli, selezionare l’apposita opzione e far fare due salti al protagonista per vederlo «uscire» dallo schermo. Il 3D sbarca a casa, insomma,ma lo fa con una tecnica vecchia, le immagini stereoscopiche e le lenti colorate.
Al cinema invece spopola il RealD, che prevede l’uso di un proiettore che trasmette lo stesso filmato a doppia velocità, alternando le immagini, e supporta l’utilizzo di lenti polarizzate.
Vanno bene in sala, quando poi vengono restituite, per la commercializzazione i costi sono ancora alti. Il futuro però è questo.

Ma il 3D può nuocere agli occhi (specie dei bambini, tanti prodotti sono dedicati a loro)? Luigi Marino, oftalmologo e docente all’Università di Milano, invita ad andarci calmi: «Sono dispositivi che fanno lavorare molto la convergenza, in luce monocromatica. L’immagine più è viva più attira, vero, ma l’occhio umano è fatto per vivere in natura.
Anche per i videogames, a bambini e adulti sarebbe necessaria una pausa ogni 50 minuti, come quella prevista a norma di legge per chi lavora a video».

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