iPad: il tablet pc Apple

iPad: il tablet pc AppleiPad: il tablet pc Apple

Ha rivoluzionato il mercato della musica con L'iPod. 

Ha imposto un paradigma nei telefoni con Iphone. E ora potrebbe salvare i giornali con iPad.

Come?
Grazie a una tavoletta elettronica. E a 30 milioni di fan.

Accanto al Museo di arte moderna di San Francisco, affacciato su un piccolo giardino, c’è lo Yerba Buena center for the arts.

Qui mercoledì 27 gennaio la Apple ha annunciato l’attesa tavoletta (vedi iPad: il pc-tavoletta della Apple: iPad) che, nell’ordine: segnerà una tappa fondamentale nella storia della società fondata da Steve Jobs, aprirà un filone d’oro nel settore dell’elettronica e forse diventerà la scialuppa di salvataggio dei giornali, alla disperata ricerca di un Santo Graal che li salvi dal crollo della pubblicità e li avvicini ai giovani.

Com’è tradizione, anche questa volta la società ha governato con maestria il rapporto con i media, facendo filtrare notizie stuzzicanti su blog e giornali.

E creando un clima di spasmodica attesa nel mondo degli appassionati e dei concorrenti, con risultati paradossali: tutte le novità presentate al Consumer electronics show di Las Vegas (articolo a pagina 92), concluso il 10 gennaio, sono state oscurate da un oggetto ancora inesistente, prodotto da una società, la Apple, che non partecipa mai alla fiera. La nuova creatura di Jobs potrebbe chiamarsi iSlate o iTablet e dovrebbe essere una specie di grande iPhone con cassa in alluminio, uno schermo «touch» da 10-11 pollici (più o meno come un foglio A4), utile per giocare, vedere film e serie tv, ascoltare musica guardando i testi delle canzoni, leggere libri e giornali. In più dovrebbe avere le funzioni di un classico pc, ma governabili anche sfiorando lo schermo.

E sicuramente avrà qualcosa che renderà straordinaria la sua fruizione.

Così almeno sperano i fan di Steve Jobs, il manager star che, reduce da un trapianto di fegato, è stato nominato amministratore delegato del decennio da Fortune e indicato dall’Harvard Business Review come il miglior capo azienda del mondo.

Un uomo che ha trasformato un punto di debolezza, l’avere voluto mantenere l’esclusiva sul suo sistema operativo confinando i Mac in una nicchia di mercato, in un grande vantaggio: prima l’iPod e poi l’iPhone hanno dimostrato come avere il controllo sia del software sia dell’hardware, con una cura proverbiale per i dettagli, abbia permesso alla Apple di ridefinire le regole del gioco dell’industria della musica e dei telefoni.

Questo dopo le rivoluzioni che Jobs ha imposto al mondo dei pc (con mouse e «finestre») e del cinema (con la Pixar). Ora la Apple potrebbe aiutare l’editoria.

L’iPhone infatti è diventato qualcosa di molto più ricco di quello che, al suo lancio di due anni e mezzo fa, poteva sembrare, cioè un iPod che telefona. (vedi Offerte e promozioni esclusive su iPod e iPhone per San Valentino)

I 30 milioni e più di possessori di iPhone nel mondo (circa 700 mila in Italia) hanno scaricato 3 miliardi di applicazioni per fare di tutto: da giocare (le vendite della console portatile Nintendo Ds ne stanno risentendo) a informarsi.

E a leggere libri: la società Flurry, specializzata in applicazioni per telefonia mobile, ha scoperto che in ottobre ogni cinque novità nell’App store della Apple una era un libro elettronico.

E che l’1 per cento della popolazione americana sta leggendo un libro sull’iPhone.

Una tendenza che anche gli editori di giornali guardano con attenzione: negli Usa i gruppi Hearst, Meredith, Time, News Corp e Conde Nast hanno creato il consorzio Next Issue Media per vendere contenuti online e per creare versioni digitali dei loro periodici che siano più coinvolgenti per i lettori e per gli inserzionisti (vedere il video in basso). La Mondadori ha già applicazioni per iPhone sia in Italia sia in Francia, come le news di Panorama e contenuti di Cosmopolitan. A breve saranno lanciati altri prodotti, mentre, ancora in Francia, l’applicazione iPhone di Grazia ha registrato un enorme successo con decine di migliaia di download. Corriere della sera e Gazzetta dello sport hanno un’applicazione che permette di accedere ai rispettivi siti e a contenuti extra (a 4,99 euro al mese o 44,99 all’anno).

La Stampa ha affiancato a un’applicazione che conduce al sito un’altra per scaricare su telefono il contenuto del giornale (79 cent a copia o 11,99 euro al mese).

Il sistema di pagamento della Apple (30 per cento a lei, 70 all’editore) è più conveniente di quello della Amazon per il suo lettore Kindle (50 per cento a testa vedi Kindle: il nuovo E-book lettore di libri digitali): sia la Rcs sia il quotidiano torinese si dichiarano soddisfatti del meccanismo di micropagamenti della Apple, che è stato modificato da poco proprio per adattarlo alle esigenze degli editori. Ma oltre a saggiare il mondo dei giornali, Jobs guarda anche al mercato della tv.

Per vendere telefilm sull’iTunes store, come pure per diventare il canale attraverso cui ci si abbona.

Vedremo se ce la farà. Intanto per un utilizzatore di iPhone che già lo usa per navigare sul web, leggere o giocare, è diventata un’esigenza quasi naturale avere un prodotto simile ma più grande da tenere sul comodino o vicino al divano.

La sua attesa sta per finire.

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