Expo: Tanti giovani, pochi disagi, venduti 11 milioni di biglietti

Expo: Tanti giovani, pochi disagi, venduti 11 milioni di biglietti

Code per visitare l’Esposizione di Milano: già venduti 11 milioni di biglietti. Affollati gli stand di Italia, Cina e Germania Ma resta il rischio che l’effetto luna park sovrasti il tema della sostenibilità.

Le due anime dell’Expo si incrociano venerdì pomeriggio sul metrò. I primi visitatori dai piedi dolenti rientrano in città e tra Pagano e Cadorna, salgono i contestatori: vestiti di nero e con caschi alla cintola.

Sono il simbolo di una giornata dai tanti volti. Cominciata presto, con molti «non so».

Sono quelli del personale che accoglie alla stazione di RhoPero e ai varchi d’accesso. Sono tanti, sorridenti e quasi tutti sembrano in visita da Marte. Ma dentro, l’Expo è già vivo.

Il decumano si riempie di migliaia di persone e si respira aria di festa. «Ce l’abbiamo fatta», esordisce Giuliano Pisapia, il sindaco di Milano.

Ed è vero, i disagi sono limitati, sembra che l’Expo vada avanti da settimane, non da due ore. Il discorsovideo di Papa Francesco è straordinario: «Vorrei che ogni persona che visiterà Expo percepisca la presenza dei volti degli uomini e delle donne che hanno fame e che anche oggi non mangeranno in modo degno». Infine tocca all’Inno di Mameli e a Matteo Renzi: «Non è una scommessa ancora vinta, ma è una scommessa che possiamo fare». Il presidente del Consiglio proseguirà pranzando a Identità Expo col menù preparato da Massimo Bottura, poi visitando il Padiglione Italia. Agli altri non resta che cominciare le file (sono stati venduti 11 milioni di biglietti). E se si va a cercare quel che manca, si troverà, per non parlare del cornicione caduto ieri dal padiglione turco, ferendo lievemente una ragazza. Ma se si vuol vedere il meglio, allora c’è tanto da dire.

C’è un personale giovane (come e forse più dei black bloc), ci sono padiglioni quasi mai pacchiani, alcuni davvero belli. Mentre proprio il Padiglione Italia, ancora visitabile solo in parte, eppure scintillante, suscita polemiche, curiosità e accoglie le prime code. Tanta gente anche nei padiglioni della Cina e della Germania, mentre la Corea del Sud inaugura il suo, ispirato al Vaso Luna, la ceramica in cui si conserva il cibo.

Ecco, il cibo. Sarà importante orientarsi alla ricerca di chi terrà fede ai temi della sostenibilità: il rischio che tutto si trasformi in un luna park, in una fiera di luci e rumori, è forte. Accanto al Padiglione del Kazakistan, si staglia il punto ristoro del Franciacorta; di fronte alla riproduzione della Madonnina si riempie il bar dell’Algida.

Sorprese potrebbe riservare il Padiglione Zero; piacciono molto quelli di Kuwait e Giappone, il Padiglione del Brasile non si percorre ma si attraversa su una rete sospesa, tra suoni e vegetazione.

All’imbrunire l’Albero della Vita dà il meglio. Intanto qualcuno si affida a gentili buttadentro. «Vieni in Argentina », dice uno e la ragazzina in gita risponde: «C’è da mangiare in Argentina?».

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