Garanzia sugli acquisti: due anni senza scuse

Garanzia sugli acquisti: due anni senza scuse

C’è un inganno, in cui facilmente incorre anche il consumatore più accorto, che ogni anno fa guadagnare a commercianti e catene della grande distribuzione milioni di euro.

È quello relativo alle garanzie post vendita: un campo in cui c’è ancora molto da imparare.

Cominciamo a fare un po’ di chiarezza enunciando un principio inderogabile: la legge concede due anni di garanzia (uno per i beni usati), qualunque sia l’oggetto nuovo acquistato, dall’auto allo scooter, passando per il telefonino o il set di bicchieri.

Ogni scusa in senso contrario che di volta in volta possa essere accampata dai venditori è del tutto fasulla.

«Detto questo, siamo già a buon punto: quello delle garanzie post vendita è infatti un terreno minato, che insieme con i reclami relativi ai servizi turistici si gioca il primo posto tra le voci di protesta registrate dai nostri sportelli».

Tutela

Al tema, dunque, è dedicata una delle sezioni di Guarda che ti Riguarda (www.guardachetiriguarda. it), lo sportello a tutela del consumatore che il ministero dello Sviluppo economico ha realizzato con i soldi delle multe inflitte dall’Antitrust in collaborazione con le principali associazioni di settore.

Che riserva non poche scoperte: «Molti non sanno, infatti, che il codice assegna la responsabilità del funzionamento del bene acquistato e quindi della garanzia al venditore: quindi, sono del tutto falsi e fuorvianti gli inviti di chi, davanti a un difetto del bene acquistato, invita l’acquirente a rivolgersi alla casa madre o a contattare il suo centro di assistenza».

Sappiano i consumatori: il negoziante ha l’obbligo di riparare o sostituire l’acquisto «entro un tempo congruo», quindi mai accettare che temporeggi, rimandi o balbetti.

E se la riparazione o la sostituzione non vi interessa, si può sempre chiedere la risoluzione del contratto, restituire l’oggetto e riavere i soldi, oppure (in caso di difetto post uso: ad esempio un maglione che inizia a stingere sulla camicia) si può pattuire uno sconto chiedendo indietro una parte del prezzo pagato.

Attenzione

Se in gioco c’è soltanto l’acquisto di un paio di penne a sfera, tutto questo forse potrà apparire eccessivo.

Ma quando si tratta ad esempio di computer, telefonini, televisori al plasma o elettrodomestici, allora il discorso cambia.

«Il campo dell’elettronica di consumo e delle grandi catene di distribuzione del settore è terreno privilegiato, in cui occorre prestare molta attenzione, ma questo avviene perché spesso i costi della sostituzione gravano sul negoziante, che con i fornitori stipula contratti che non lo tutelano per tutti e due gli anni di garanzia».

Accade così che spesso i commercianti obiettino che per la sostituzione il tempo di garanzia sia minore, chiedano rimborsi spese non dovuti, che il difetto rilevato sia tra le tipologie non previste dalla garanzia.

«Ma non vanno ascoltati. E se le proteste del consumatore non vengono ascoltate, questi ha il dovere di sporgere reclamo alle associazioni di tutela».

Saranno loro a spedire le raccomandate. E a obbligarli a consegnare un oggetto nuovo e funzionante.

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