Sky: Off the Map serie tv su su Sky Foxlife

Sky: Off the Map serie tv su su Sky Foxlife

Troppo belli i dottori, troppo fantasiose le situazioni, davvero improbabili gli interventi medici. “Off the Map”, il nuovo medical drama made in Usa in onda in anteprima italiana su Sky (la prima puntata è stata trasmessa lunedì 2 maggio su Foxlife alle 21,55), davvero non convince.

{IMU_468_60}Sky: Off the Map serie tv su su Sky FoxlifeIl sentimento che assale dopo 40 minuti di visione è essenzialmente di fastidio, la sensazione che qualcuno consideri gli spettatori televisivi dei dementi creduloni. E forse quasi sempre lo sono, ma a tutto c’è un limite.

Eppure le premesse erano buone.

La serie nasce dalla mente e dalla penna dei produttori e degli autori di “Grey’s Anatomy”, uno dei medical drama più famosi e riusciti della tv.

Peccato che sembra averne ereditato solo gli aspetti peggiori, le degenerazioni nelle storie e nei personaggi notate nella settima stagione (quella attualmente in onda su Sky), finora la meno riuscita della serie. “…Be free!”, sii libero, è l’invito della pubblicità della Relish “azienda leader in Europa in abbigliamento donna”.

La modella che vedete suscita, in realtà, non poche perplessità.

Sembra, infatti, più che altro la statua della Libertà in versione sado-maso. E abbigliata, per di più, in modo decisamente scombinato.

Che avrà fatto, la povera statua, per meritarsi tutto questo?

L’intento dichiarato della produttrice, Shonda Rhimes, era quello di unire per “Off the Map” le ambientazioni spettacolari stile “Lost” con l’emotività e i sentimenti tipici di “Grey’s”.

La storia si svolge perciò nella clinica di uno sperduto villaggio di un non meglio identificato luogo del Sud America.

Qui, immersi in una natura spettacolare e primitiva, tra oceano, foresta e montagne, si trova a operare in condizioni limite un gruppo di medici.

L’idea c’è, il risultato no (a dispetto dell’iniziale successo registrato negli Usa).

Nella prima puntata, al limite della fantascienza, si è assistito a un intervento d’emergenza effettuato a penzoloni su una carrucola appesa a un cavo sospeso nel vuoto e a una trasfusione, brillantemente riuscita, di succo di cocco anziché di sangue.

Infine ci sono i medici. Troppo eroici, troppo belli, troppo sexy (anche il dottor Shepard impallidisce nel confronto) per essere veri e vagamente credibili.

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