Vodafone: passaggio gratuito a tariffa al secondo per Vodafone

Vodafone: passaggio gratuito a tariffa al secondo per Vodafone

Se lo scorso anno avete attivato una sim card e nell’offerta del vostro gestore non era possibile scegliere un profilo con tariffazione al secondo, adesso potete cambiare piano in modo completamente gratuito.

Lo prevede una delibera dell’Autorità garante delle comunicazioni del primo luglio scorso (326/10/CONS “Misure di tutela degli utenti dei servizi di comunicazione mobili e personali”), ma entrata ufficialmente in vigore il primo gennaio di quest’anno.

Nel documento – al comma 2 dell’articolo 1, “Trasparenza tariffaria delle condizioni economiche di offerta dei servizi di telefonia mobile e personale” – è specificato che tutti gli utenti devo il no essere pienamente informati sulla disponibilità di piani tariffari base per i servizi voce, traffico dati e sms – la cosiddetta eurotariffa – e che, nel caso siano già clienti di un determinato operatore, possano passare a un piano di questo tipo senza spese.

Vodafone rimborsa

Se per il maggior operatore mobile italiano (Tim) il problema non si pone in quanto il passaggio alla tariffa prevista (che si chiama Tim al secondo) è senza costi, per Vodafone occorre pagare il corrispettivo di 8 euro per passare al piano “Vodafone al secondo” che prevede 30 centesimi al minuto senza scatto alla risposta (calcolati appunto sugli effettivi secondi di conversazione) e 12 centesimi per l’invio di sms.

Vodafone dal canto suo fa sapere di aver sempre avuto, nel corso del 2010, un profilo base con tariffazione al secondo tranne che per pochi mesi.

Motivo per cui il gestore ha reso noto di aver avviato una mappatura completa per individuare quei clienti che non hanno potuto scegliere una tariffa al secondo nel momento dell’attivazione della sim, optando quindi per un altro piano tariffario.

Questi clienti avranno diritto al passaggio gratuito; per coloro che invece sono già passati al piano base, ma hanno sostenuto il costo di 8 euro è previsto un rimborso attraverso un riaccredito della somma sulla propria scheda telefonica.

Se è vero che Tim non prevede alcun costo per il passaggio al piano base, va detto però che chi vuole attivare per la prima volta sulla sua sim la tariffazione al secondo, dovrà pagare più di prima.

Il 3 gennaio scorso infatti il gestore ha modificato i costi del piano ritoccandoli al rialzo.

La vecchia Tim Base (in vigore fino al 31 dicembre 2010, 19 centesimi al minuto con 9 euro di attivazione) è diventata Tim al secondo in cui i centesimi al minuto si sono fatti 23, con un aggravio di 4 cent al minuto rispetto al passato (gli sms costano invece sempre 13 cent, così come previsto dalla delibera dell’Agcom che riprende la normativa europea in materia).

Più allettanti le tariffe degli altri principali operatori

– Vodafone è comunque il più caro di tutti con i suoi 30 cent/minuto

– come Wind (Super senza scatto: 17 centesimi al minuto) e 3 (3 Power 10: 10 centesimi al minuto).

Controllo del traffico

La delibera messa nero su bianco dall’Agcom inoltre porta altre interessanti novità.

Nell’articolo 2 (Sistemi di allerta e limiti di spesa per il traffico dati sulle reti di telefonia mobile) è scritto che gli operatori mobili “per i piani tariffari che prevedono un plafond di traffico dati tariffato a forfait, rendano disponibili gratuitamente sistemi di allerta efficaci che, al raggiungimento di una soglia di consumo scelta dall’utente tra le diverse opzioni proposte dall’operatore, informino del raggiungimento della soglia, del traffico residuo disponibile nonché del relativo prezzo al superamento del plafond”.

Il riferimento fra le righe è agli smartphone, i telefoni intelligenti concepiti per l’utilizzo spinto su internet.

In altre parole i gestori devono fornire degli strumenti di tutela che consentano al cliente di monitorare in tempo reale il proprio traffico dati disponibile evitando di superare la soglia prevista e prosciugare il credito in men che non si dica.

Sulla delibera in questione, volta a offrire maggiori tutele ai consumatori, pende la spada di Damocle di un’impugnativa da parte di alcuni gestori che hanno presentato ricorso al presidente della Repubblica per chiedere una sospensiva del documento.

Se la richiesta venisse accolta, molte delle misure previste potrebbero, fra 6, 10 mesi o un anno, essere invalidate aprendo uno scenario ancora una volta poco rassicurante per i consumatori.

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