New York Vacanza di Natale a New York: cosa visitare

New York Vacanza di Natale a New York: cosa visitare

Una vacanza di Natale a New York trashopping e cultura
Dal negozio degli scenografi di Broadway all’oyster bar nella rinata Nolita: tutti gli indirizzi per scoprire rotte e luoghi lontani dalle vie turistiche.

Le Offerte vacanze di Natale fioccano per tutte le destinazioni, una delle più coinvolgento ed entisiasmanti che abbiamo scelto è la città della grande mela: New York.

Ti consigliamo di leggere anche Voli in offerta per New York ed Hotel negli Stati Uniti.

Si può andare nella stazione di Grand central solo per farsi fotografare sotto l’orologio che scandisce le corse verso il treno dei pendolari newyorkesi, oppure si può imboccare un passaggio nascosto per fare un salto all’indietro nel tempo.

Non è facile trovare il Campbell apartment, ora un bar che nel 1923 venne affittato dal proprietario della stazione Cornelius Vanderbilt al finanziere John W. Campbell per farne il suo ufficio, ma ne vale la pena.

New York Vacanza di Natale a New York: cosa visitare
HOTEL E VOLI PER NEW YORK IN OFFERTA (vedi Stati Uniti vacanza: sconto Volo + autonoleggio per vacanza negli Stati Uniti)

Il salone è identico ad allora: sul soffitto disegni di cammelli, nel caminetto una vecchia cassaforte.

Henry Miller, regista newyorkese, suggerisce di finire qui una giornata passata il più lontano possibile dai percorsi segnalati sulle guide ufficiali. La mattina lui ama fare due passi sulla passeggiata di Atlantic City che Martin Scorsese ha ricostruito nel quartiere di Greenpoint, a Brooklyn, per la sua nuova serie tv Boardwalk Empire (il set è chiuso al pubblico, ma convincere la guardia giurata ad aprire il cancello secondo Miller non è difficile). Oppure va fino al George Washington bridge per fotografare il piccolo faro rosso nascosto sotto il ponte.

Se è a Queens non manca di passare a guardare gli artisti di strada al lavoro al Five Pointz, un palazzo trasformato in un museo dei graffiti (45- 46 Davis st., Long Island city).

E lo shopping più anticonvenzionale lo fa da Mood (al 3° e 4° piano del palazzo a 225 West 37th st.) dove i coreografi trovano le stoffe per i vestiti di scena. Miller è tra i 10 insider a cui Panorama ha chiesto di raccontare i loro luoghi favoriti a New York e dai loro consigli è emersa una città misteriosa come il ristorante di sushi preferito da Stephanie Goto, gastronoma e designer di locali famosi come Buddakan e Aldea. «Lo chiamo sushi segreto, perché è un minuscolo e delizioso ristorante nascosto dentro un altro ristorante di cucina italiana e giapponese» dice Goto parlando di Sushi Azabu (428 Greenwich st.), il suo ristorante di sushi favorito assieme a East 15 (15 East 15th st.) dove però a decidere il menu è lo chef. Nella stessa zona, Goto consiglia Bar Jamon (125 East 17th st.) se si è in vena di tapas spagnole o il bar della Gramercy Tavern (42 East 20th st.) dove spesso è possibile trovare posto anche se il ristorante è sempre prenotatissimo.

Lo stesso trucco che si può usare se si stanno facendo acquisti a midtown, dove si può mangiare nel caffè del ristorante Daniel (60 East 65th st.) senza farsi intimorire dal menu ufficiale che ha tre stelle nella guida Michelin. E per chi non vuole andare a mangiare downtown, in uno dei ristoranti dello chef rivelazione David Chang (www.momofuku.com), presto basterà entrare al Chambers hotel dove si prepara l’apertura della sua ultima creatura, Ma Peche (15 West 56th st.).

A midtown secondo l’attore e scrittore comico David Rakoff non bisogna perdere i murales nascosti dentro i grattacieli: quello di Edward Trumbull nell’atrio art déco del Chrysler building e le Conquiste dell’uomo di Josè Maria Sert dentro il Rockefeller center. In zona non è difficile imbattersi in Patricia Marx, scrittrice ed ex autrice della trasmissione di culto Saturday Night Live, esperta di shopping del settimanale New Yorker.

A chi vuole evitare destinazioni ovvie come Barney’s e Bergdorf Goodman, i classici grandi magazzini, lei suggerisce gli oggetti scelti dall’attrice Phoebe Cates per il suo negozio Blue Tree (1.283 Madison av.) e Kiosk che al 95 di Spring st. permette di comprare la migliore selezione del paese ospitato al momento (ora è il turno del Portogallo).

Poco lontano ci sono gli oggetti di design di Moss (150 Greene st.), ma a Brooklyn si trovano pezzi ancora più audaci da Spring design and art (126a Front st.), compresi piatti e posate ispirati al serial killer televisivo Dexter. Per comprare macchine fotografiche Marx suggerisce B&H(sulla 9th av. all’angolo con 34th st., attenti alla chiusura per lo Shabbat che va da venerdì pomeriggio a tutto sabato, ma la domenica è aperto).

Tra le sue passioni c’è anche tenere d’occhio i negozi dei musei e in particolare il Tenement museum per oggetti ispirati a New York (108 Orchard st.), Studio museum per la cultura afroamericana (144 West 125th st.), Neue galerie per argenteria e gioielli austriaci (1048 Fifth av.).

Nello stesso piccolo museo creato da Ronald Lauder si può mangiare uno strudel al Café Sabarsky e ascoltare i suggerimenti del vicedirettore Scott Gutterman sulle sale sempre poco affollate dei migliori musei minori della città: Asia society (725 Park av.) e American Folk art museum (45 West 53rd st.).

E per evitare di perdersi tra le decine di gallerie d’arte di Chelsea, suggerisce di concentrarsi su un paio di strade: la 26esima, dove c’è la James Cohan gallery (533 West 26th st.) che ora ospita opere di Bill Viola, e la 25esima, dove da Cheim & Read spesso si trovano installazioni di Alice Neel o Jenny Holzer (547 West 25th st.). Da Chelsea si può salire sulla High Line, l’ultimo parco nato a New York su una sopraelevata ferroviaria in disuso.

Passeggiando con vista sull’Hudson river tra le 210 specie di piante ospitate nel parco secondo l’architetto James Harb è possibile vedere alcuni tra i migliori nuovi palazzi sorti in città negli ultimi due anni, dal quartier generale della Iac disegnato da Frank Gehry alla torre ancora in costruzione progettata da Neil Denari, fino allo Standard Hotel, un omaggio a Le Courbusier di Todd Schliemann. «Ci sono due nuove tendenze» spiega Harb. «Da una parte palazzi modernisti e trasparenti come i condomini di Richard Meier o il New Museum sulla Bowery.

Dall’altra il recupero in chiave extralusso dell’architettura di inizio secolo scorso, come ha fatto Robert Stern al numero 45 di Central park west». A pochi passi c’è un altro gioiello appena nato, la nuova Alice Tully Hall di fianco al Lincoln Center. Sempre su Broadway, ma all’altezza della 51esima strada, si può passare la serata ascoltando jazz e mangiando tapas all’Iridium jazz club.

Ma Oren Bloedow, leggenda della musica underground newyorkese, suggerisce di tenere d’occhio anche la programmazione di Joe’s Pub, la sala annessa al Public theater (425 Lafayette st.) e Le Poisson Rouge (158 Bleecker st.) che sta prendendo il posto che una volta occupava la mitica Knitting factory sulla scena newyorkese. Bloedow, che ora suona nel musical Fela!, sostiene che per le esibizioni dal vivo ora bisogna anche andare a Brooklyn. Per la precisione a Park Slope, dove si trova il piccolo Barbes (376 Park st.), o a Williamsburg da Zebulon (258 Wythe av.).

Fra i tanti quartieri recuperati dal degrado ci sono il Lower East side e la confinante Nolita. Qui l’artista Natalie Karelina consiglia di mangiare al Pearl Oyster bar se si è in vena di ostriche (18 Cornelia st.), mentre se si vuole passare la sera fra creativi e modaioli lo stilista Mario Moya suggerisce La Esquina (106 Kenmare st.).

A seguire si possono acquistare abiti vintage da Tokyo Joe (334 East 11th st.), il negozio preferito dalla make-up artist Ana Sicat. Per finire la serata nel più romantico e newyorchese dei modi la maggioranza degli insider intervistati da Panorama indica però un altro bar celebre come quello dentro a Grand central, ma dall’atmosfera decisamente più sofisticata. Nel Bemelman’s bar, dentro al Carlyle hotel (35 East 76th street), camerieri in tuxedo bianco si muovono discreti guardati dai cavalli disegnati da Ludwig Bemelman, che creò Madeline, personaggio dei libri per bambini. Al pianoforte un tempo suonava Bobby Short, e per ricordare il suo jazz spesso al tavolo d’angolo siede Woody Allen.

Vedi Hotel negli Stati Uniti

Voto
Ti è piaciuto l'articolo?
[Media: 0]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *