Voli: Alitalia, il salvataggio è riuscito?

Voli: Alitalia, il salvataggio è riuscito? Voli: Alitalia, il salvataggio è riuscito?

La nuova compagnia aerea debuttò il 13 gennaio 2009. Oggi i conti sono in pareggio. Molto, però, è ancora da fare.

Alle 6 del mattino del 13 gennaio 2009 – sarà un anno domani – s’alzava in volo il primo aereo della nuova Alitalia, quella con i 21 soci guidati da Colaninno, tirati dentro a forza da Berlusconi. E con Air France, pronta a pigliarsi tutto al momento giusto, come primo azionista.

Sono in corso interviste e celebrazioni varie …e quindi è bene fare il punto.

Il punto lo ha fatto intanto l’amministratore delegato Rocco Sabelli con una lunga intervista ad Affari e finanza, il supplemento economico di la Repubblica. Da questo articolo si ricava che il primo semestre ha prodotto perdite per 300 milioni, ma il secondo semestre è finito in pareggio, il 2010 dovrebbe pure finire in pareggio – cioè portarsi appresso i 300 milioni persi nel 2009, senza ulteriori guai – e nel 2011 si recupereranno anche i 300 milioni e il pareggio sarà completato.

A quel punto Air France,o qualcun altro, comprerà.

Qualcun altro non credo, perché i 21 soci possono far compravendita di azioni tra di loro, manon cedere quote a un esterno fino al 12 gennaio del 2013 (clausola di lock-up).

Quanto ad Air France, bisognerà vedere l’andamento del mercato in generale – in grande sofferenza l’anno scorso – e l’entità dei rincari petroliferi, che s’annunciano per ora preoccupanti. Sabelli s’è detto molto soddisfatto del costo del posto-chilometro, pari a soli 7 centesimi contro gli 11-12 dei grandi vettori e i 4,5-6 delle compagnie low-cost. Sabelli dice che il cerchio si quadra con un load-factor del 70 per cento e un ricavo medio per viaggiatore di 120 euro. (Vedi Voli: prenotare il volo in anticipo: consigli per risparmiare euro)

Load-factor?

Cioè quanta gente viene imbarcata ad ogni volo. Il primo semestre è stato drammatico, con gli aerei vuoti o mezzi vuoti. Gli elementi-chiave per il load-factor sono evidentemente il prezzo e la regolarità/puntualità, cioè non cancellare i voli e arrivare in orario.

Sulla regolarità, Sabelli dice che ormai viene cancellato un volo su cento, quindi ci siamo.

Per la puntualità, a parte Fiumicino, dove ci sono problemi con l’aeroporto che saranno risolti – dice lui – in un paio d’anni, si parla dell’80-90 per cento.

Sui prezzi, l’amministratore non si è pronunciato, ma è un fatto che il Fiumicino-Linate non regge la concorrenza del Frecciarossa. Tre ore e mezzo da centro- città a centro-città con un prezzo troppe volte pari a un terzo di quello che si affronta con l’aereo.

Abbiamo qui il caso di due monopòli che si salvano la coscienza facendosi concorrenza tra di loro. Ma per i treni la concorrenza è destinata a finire, e già durante le gelate di dicembre s’è vista la linea Monaco-Bologna della Deutsche Bahn, con personale italiano, collegare quasi senza intoppi le due città. Poi, nell’autunno 2011, cominceranno a funzionare gliNTVdi Montezemolo- Della Valle-Sciarrone-Punzo.

L’offerta di Alitalia non potrà non tenerne conto. Sabelli ha detto che svilupperanno ulteriormente l’internazionale, ha promesso voli per Malaga e Vienna, un Miami da Milano e un Los Angeles da Roma.

Sarebbe stato meglio vendere ad Air France?

Ieri Bersani, incontrando aMalpensa i lavoratori della Sea, ha detto: «Sono stati spesi tre miliardi in più rispetto all’ipotesi di Air France che fu osteggiata da Berlusconi e dalla Lega. Tutto questo sarà pagato dai contribuenti e dagli azionisti.

Di questi tre miliardi di euro, 300 milioni furono addirittura presi dai fondi per le piccole emedie imprese». Secondo lui oggi avremmo potuto avere il 10% di Air France.

Invece – accusa – le rotte intercontinentali sono state ridotte a 13, la compagnia ha un respiro regionale, ecc. (Vedi Prenotare voli e hotel in offerta / promozione)

È vero?

È una ricostruzione molto parziale della vicenda.

Intanto, bisognerebbe ricordare che Prodi mise all’asta l’azienda con criteri capaci di far fuggire tutti i possibili acquirenti.

Dopo aver perso due anni di tempo, per colpa di quel presidente del Consiglio e dei sindacati che tentavano disperatamente di mantenere in piedi il sistema di clientele e di favoritismi degli anni precedenti, arrivò questa offerta Air France alla quale fece il viso delle armi soprattutto Bonanni della Cisl. Berlusconi, subodorando un vantaggio elettorale, gli andò dietro.

Air France, per perfezionare l’acquisto, aveva però posto cinque condizioni. Una di queste era che i sindacati (tutti e nove) fossero d’accordo.

L’altra che il petrolio non crescesse di prezzo (a giugno arrivò a 140 euro).

I 300 milioni di cui parla Bersani furono prelevati da Prodi, e sia pure su consiglio di Berlusconi (eravamo in campagna elettorale). La fusione di Berlusconi fu fatta poi sicuramente in danno dei contribuenti e dimoltissimi creditori della vecchia azienda, comprese le migliaia di azionisti a cui non rimase inmano nulla.

No, guardi, su Alitalia nessuno può fare la morale a nessuno.

Vedi Voli in promozione e

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