Natale: regali o ricicli?

Natale: regali o ricicli?

La fine del 2010 è stata positiva, per la prima volta dal 2001 infatti c'è stato un ritorno agli acquisti.
Ogni famiglia ha spesoin media 350 euro per i regali di Natale, il 4% in più rispetto allo scorso anno, piccoli segnali di ripresa nonostante la crisi economica che si protrae e ristagna.

Tra i regali più gettonati troviamo i prodotti alimentari, in particolare quelli Made in Italy e tipici regionali, articoli hi-tech e per la salute e il benessere, profumi e gioielli, dvd e libri.

In calo invece l’abbigliamento, una flessione negativa che nemmeno i saldi molto probabilmente riusciranno ad invertire.

Negli ultimi giorni si è molto discusso sulla proposta di anticiparli a prima delle festività natalizie, come già avviene in altri paesi, ad esempio negli Stati Uniti e in Inghilterra, dove la stagione dei saldi inizia a fine novembre e le famiglie si organizzano per avere a disposizione un budget sostanzioso da spendere per i regali, favorendo così un maggiore slancio ai consumi natalizi, con vantaggi sia per le famiglie che per i commercianti.

Quest’anno invece il riciclo diventa una vera e propria tendenza, raddoppiata rispetto all’anno scorso, arrivando a quasi al 15% dei regali complessivamente ricevuti.

Il budget limitato porta infatti molti consumatori a prediligere il riciclo e l’usato.

Se non si cade nel cattivo gusto, può essere un valido sistema per evitare gli sprechi.

Tra i luoghi dove acquistare i regali, si registra una maggiore proporzione per i negozi online (+3% rispetto al 2009) e i mercatini (+2%), dove è possibile fare il pieno di prodotti economici e di seconda mano. Dal punto di vista del budget, il prezzo per ogni singolo regalo si aggirerà tra i 20 e i 40 euro.

La tendenza è comunque di ridurne il numero limitandosi alle sole persone più care.

Di fronte alle difficoltà in cui versa l’economia italiana, senza dubbio il Natale 2010 sarà un’ottima occasione per riscoprire il valore degli affetti.

Anche se non favorirà direttamente la ripresa economica di certo migliorerà la qualità della nostra vita, un aspetto talvolta sottovalutato o, peggio ancora, addirittura ignorato.

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