Abbigliamento per bambini: boom di nuovi negozi

Abbigliamento per bambini: boom di nuovi negoziAbbigliamento per bambini: boom di nuovi negozi

Il boom dell’abbigliamento per bambini (+70%) porta il giro d’affari a 4,3 miliardi.

Dal sarto su misura al minimo garantito al conto vendita: le ultime soluzioni.

Il franchising va di moda. Specie tra i bimbi.

Quello dell’abbigliamento è uno dei comparti forti dell’affiliazione commerciale.

E, grazie al successo ottenuto nel 2009 dal settore abbigliamento per bambini(+70%), l'intero comparto ha realizzato un piccolo aumento di fatturato rispetto all'anno precedente. Segno che, se la famiglia fa acquisti, nonostante le difficoltà economiche, le esigenze dei figli hanno la priorità.

Lo confermano i dati sul mercato della moda che emergono dal «Rapporto Franchising Italia 2009», curato da Assofranchising: i 10.652 punti vendita franchising hanno prodotto nel 2009 un fatturato pari a 4,3 miliardi di euro, contro i 4,28 del 2008.

Ma quali sono i risultati ottenuti dalle cinque aree che compongono il comparto moda?

Al primo posto, anche se in calo del 10%, spicca naturalmente l'abbigliamento uomo-donna, con 1,5 miliardi di euro di fatturato.

Seguono l'intimo (1 miliardo), calzature, pelletteria e accessori (743 milioni), l'abbigliamento bambino (585 milioni) e gioielleria-bigiotteria (336 milioni).

Intanto i primi dati economici 2010 di alcune aziende del settore fanno ben sperare per il futuro. Come testimonia «Abc», società fiorentina, che attraverso «Segue», marchio di accessoristica, ha realizzato nel 2009 un fatturato di 55 milioni di euro.

Accessori moda Donna

«Grazie alla trasformazione del nostro sistema distributivo, raccogliamo buoni frutti.

Il motivo è semplice: garantiamo ai negozianti un guadagno pari al 40% del fatturato che producono.

E i dati economici dell'azienda confermano che abbiamo fatto una scelta giusta: ad agosto il giro d'affari di borse, valigie e portafogli è aumentato del 7,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Ed entro il 2010 speriamo di arrivare al 12%». Ma per ottenere questi numeri è necessario anche combattere contro un'agguerrita concorrenza. «Ecco perché di recente abbiamo deciso di cambiare l'immagine dei punti vendita.

Certo non è facile, soprattutto in questo periodo così delicato per l'economia, mettere in campo un importante impegno finanziario.

Ma si tratta di un investimento fondamentale per soddisfare le esigenze della clientela ».

La necessità d'investire nelle reti coinvolge anche chi lavora nell'area dell'abbigliamento maschile artigianale di alto target.

«Il nostro obiettivo è presentare ai commercianti una nuova versione del franchising » racconta Gianfrancesco Raiano, amministratore unico di «Molosiglio», titolare del marchio «Sartorico», dedicato alla sartoria napoletana su misura.

«Oltre all'allestimento dello shop e alla formazione del personale offriamo un campionario di tessuti e la competenza di un sarto specializzato, che arriva in negozio su appuntamento.

Così, un drappeggio di qualità diventa un vestito cucito a mano.

I vantaggi della nostra formula?

La riduzione degli spazi commerciali (bastano 24 metri quadrati), un magazzino senza giacenza e un rapporto personalizzato tra sarto e cliente: requisiti che ci permettono di ridurre il prezzo degli abiti del 15% rispetto ai competitor.

Un sistema di lavoro che presto sperimenteranno alcuni negozi di Sestri Levante e Foligno, dove entro l'anno nasceranno i nostri primi punti vendita in franchising».

Abbigliamento e moda donna

Ma anche alcune aziende dell'abbigliamento donna, nonostante il calo di fatturato nazionale, guardano con ottimismo al futuro. «Se siamo in controtendenza rispetto ai dati del settore, è perché non solo offriamo ai nostri partner merce in conto vendita, ma al tempo stesso distribuiamo un prodotto di qualità» racconta Anna Maria Pierro, direttore amministrativo di Cmt, azienda che attraverso il marchio «Camomilla » ha prodotto nel 2009 un volume d'affari di 60 milioni di euro. «Insomma, le vendite di tailleur, piumini e giubbotti non mancano.

Tanto che l'anno scorso abbiamo aumentato il fatturato del 5% e per il 2010 prevediamo un incremento dell'8%.

La nostra forza sta nella fidelizzazione dei commercianti. Se in molti ci seguono da più di dieci anni, è perché li accompagniamo in tutti i momenti dell'attività, anche nelle difficoltà siamo al loro fianco».

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