Moda: la modo uomo dell’inverno 2011

Moda: la moda uomo dell'inverno 2011Moda: la moda uomo dell'inverno 2011

MODA UOMO MILANO Cappotti in fustagno, pantaloni con ghette e baschi alternati a coppole. Per affrontare l’inverno che verrà.

Scorrono le immagini della Settimana Incom, cinegiornale dell’Istituto Luce, con la vita italiana negli anni Quaranta e Cinquanta, e fotogrammi della fabbrica di Ermenegildo Zegna.

A un palmo di naso svettano impettiti sulle passerelle (e non solo sulla loro) abiti, cappotti, con tanto di sfondo piega che rimanda al loden, o con tante piegoline a ventaglio, decorati al centro con file di bottoni dorati come l’esercito insegna.

Capi e collezioni: ben 40 le sfilate e circa 50 le presentazioni, tutte di una raffinatezza impeccabile.

Nell’inverno 2011 vestirsi sarà un’arte sottile e sapiente e la creatività, come dichiara Carlo Rivetti, patron della C.P. Company, sta tutta nella ricerca.

E su questo argomento è veramente un professore.

Una ricerca esasperata sui materiali, partendo da quelli di gran pregio, come cashmere mescolato a seta, a visone o ad altre fibre nobili come il cammello e la vicuña.

Ricerca nell’impiego di particolari colorazioni ottenute tingendo-stingendo tanto da conferire ai capi un’aria, un gusto, che permette di riconoscere al primo colpo d’occhio un uomo chic e made in Italy. E se l’uomo snob ormai non fa più notizia, anche Cary Grant, con il suo abito non rivisitato e rigiocato, non sopravvive più.

Outlet online: boom degli outletQuel tipo di vintage va piano piano scomparendo.

Ora quel gusto è vivo, ma disossato da vecchie proporzioni, fondamentali per una giusta silhouette. Tessuti pesanti non hanno più senso, come gli ornamenti, le frivolezze e gli eccessi: basta con l’esibire, con l’ostentare, ha dichiarato Giorgio Armani. Seguendo queste regole il fascino di certi indumenti ritorna fecondo e attuale, un uso saggio ma anche pratico come giacconi con tasche che sembrano piccole borse o zip da chiudere sino al mento, oppure colli doppi, uno dei quali spesso staccabile e in neoprene.

La sartorialità è avanguardia: lo studio esclusivo di materiali e trattamenti. Dal jersey lucido che sembra vernice alla pelle laserata e intrecciata tanto da formare un insolito scozzese per pantaloni che calzano come guaine, twill di lana, flanelle accoppiate al cotone o fustagni e velluti per il gilet che, dopo gli sfarzi alla corte del re d’Inghilterra nei primi anni Sessanta del XVII secolo, ha subito una regressione, tanto da raggiungere una struttura minima.

Dorso in fodera o materiali poveri proprio come quelli ora tanto in voga indossati, in alcuni casi, anche solo con una canottiera, diventando così strumento di esaltazione del torso che si manifestava già nel periodo neoclassico.

E qui Domenico Dolce e Stefano Gabbana potrebbero scrivere un trattato.

E pensare che i gilet sono stati un elemento costitutivo del famoso abito a tre pezzi segno di aristocrazia e di potere.

Feltri militari per parka da graduato, panni double, shirling leggerissimi ideali per giacconi da aviatore alla Charles Lindbergh… Insomma, bisogna creare un legame emozionale.

Come il viaggio che diventa ogni volta un’esperienza nuova, un pathos che contamina la vita quotidiana, tanto da dedicare a questo argomento metri e metri di tessuto per giacche marina, con stemmi e profilature che denotano l’appartenenza a circoli sportivi. E ancora caban in camoscio o panno da cacciatore resi popolari dal principe di Galles. Giacche a vento studiate con le tecnologie più avanzate per leggerezza e comfort.

Cardigan lunghi che danno l’idea del tricottato a mano, magari chiné, portati con una invisibile cintura in vita ed enormi sciarponi con frange da sembrare un poncio.

Una nostalgia generale di revival, ricca di tradizione e storia, come le frange della scarpa da golfista dei campi di St. Andrews, come i fiocchetti da piccolo lord, meglio se di colore contrastante, magari proprio quelli della vostra squadra del cuore.

Solo i colori rimangono, perché il look da calciatore, con camicia bianca slacciata e catena al collo, non fa tendenza, anzi.

Ottimo se le immacolate camicie vengono abbottonate e portate senza cravatta. Se qualche strascico di punk ancora sopravvive con borchie e anfibi, è riserva della notte.

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