Sky: Paolo Rossi in Confessioni di un cabarettista di m

Sky: Paolo Rossi in Confessioni di un cabarettista di m

È abbastanza illogico da diventare reale: di fianco a un vecchio monastero del Quattrocento, rifugio dei viandanti di ogni epoca, hanno tirato su questo tendone per saltimbanchi.
A Rubiera, nelle campagne emiliane, il circo si avvicina alla meditazione e un clown può confessare i suoi peccati.

Il pagliaccio in questione, Paolo Rossi, dopo 35 anni passati su e giù per i teatri, ha deciso di abbandonarsi di nuovo alla «santa redenzione televisiva ».

Giovedì prossimo (il 24) e per i due successivi va in onda in prima serata il suo nuovo show comico su Sky Uno, a 20 anni esatti dal mitico Su la testa, il programma che su Rai 3 ha capovolto la materia.

Stavolta il titolo è più lungo e fa sprofondare la risata nel misticismo: Confessioni di un cabarettista di m. – Esercizi spirituali di rifondazione umoristica con la regia di Giampiero Solari.

Inutile, comunque, illudersi sul significato dell’iniziale m.: «Sta per Milano, Monfalcone, mascarpone,ma quello a cui pensano tutti è la risposta giusta», dice Rossi.

Verrebbe da ridere se non fosse che dietro c’è una riflessione sullo stato dell’arte: «La satira è in difficoltà: non si ride più della realtà. Allora la sfida è la follia e l’evasione dalla cronaca». Nel suo caso, è un tempo sospeso tra passato e futuro, tra monologhi di ieri e lampi sul domani, «che possono essere profetici oppure portare una gran sfiga».

Nel riflettere sul mestiere e nel mettere a nudo la sua vita, gli eccessi di un tempo (come l’alcol) e le illusioni d’amore, il presente non è contemplato: «È il momento dei visionari, basta che i comici facciano solo i comici.

Non nominare mai i politici è la nostra scommessa», continua. Osare davvero «una rifondazione della comicità » resta un passo troppo lungo, visto che Rossi non sembra avere da un po’ il guizzo poetico di una volta.

Ad aiutarlo, arrivano, però, le ospitate di amici musicisti, come Ligabue a Vinicio Capossela. E anche un confessore speciale: se il circo è «come una chiesa», c’è Don Gallo che assolve i peccati del clown.

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