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Sky: Chicago Code, serie tv su Sky Fox
Un telefilm poliziesco, ma diverso da tutti i polizieschi made in America visti e rivisti in tv: «Questo è uno show che non assomiglia ai telefilm “crime” tipo Csi.
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Qui conta molto meno il lato misterioso, qui non ci si chiede chi ha commesso un delitto, ma come un crimine possa influenzare una intera comunità, una città. E come la polizia può contrastare questa brutta abitudine».
Al telefono da Los Angeles, Shawn Ryan, produttore di grido e ideatore di serie di successo come The Shield e Lie to me, racconta il segreto della sua ultima creatura.
Si chiama Chicago Code, debutta domani sera in Italia (alle 21 su Fox), e parla di poliziotti, di crimini e soprattutto di corruzione negli ambienti che contano.
Vedi la pubblica amministrazione nella Chicago post-Obama (il presidente, infatti, è partito proprio dalla capitale del Midwest). Agguerrita Protagonista della serie, che in America viaggia su una media di 5-6 milioni di spettatori a puntata, è Jennifer Beals, l’ex ballerina di Flashdance.
Qui è l’agguerrita Teresa Colvin, prima sovrintendente donna del locale dipartimento di polizia: «Uno dei segreti della serie è l’attenzione messa nel descrivere i personaggi, e Teresa è davvero unica.
L’idea di mettere una 40enne al comando in un settore tipicamente maschile come la polizia è “importante”. Noi l’abbiamo fatto perché il mondo sta cambiando anche in questo senso.
Certe barriere su determinati lavori solo per uomini stanno cadendo. Lo facciamonoi in tv, in futuro sarà così anche nella realtà». Insieme all’agente Wysocki, il suo ex, Teresa proverà a cancellare la corruzione nella Chicago post-Obama: «Chicago è quel tipo di città dove spesso una mano lava l’altra, dove ci si prende cura degli altri in modi anche non puliti, dove c’è un sistema di favori molto radicato: ilmondoche noi mostriamo nella serie è, quindi, davvero realistico».Un po’ come in The Shield, che racconta la faccia brutta della California:
«È vero anche se The Shield è completamente diverso da Chicago Code: era girato quasi come un documentario, in modo “sporco”, e parlava di un gruppo di poliziotti di una zona piccola di Los Angeles, che si occupava prevalentemente di droga e gang.
Qui parliamo di crimini in grande scala, e il modo in cui è fatta la serie cambia: c’è più energia, c’è uno stile alla Scorsese ».
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