Pac: investire a rate e guadagnare investendo con i Pac

Pac: investire a rate e guadagnare investendo con i PacPac: investire a rate e guadagnare investendo con i Pac

I piani d’accumulo consentono di versare piccole cifre con cadenza mensile o trimestrale, ma su un periodo di almeno 10 anni. I pro e i contro.

Nel biennio della grande crisi, sono stati il materasso che ha risparmiato ammaccature più gravi alla Borsa in caduta.

Uno zoccolo duro su cui le banche e i gestori spingono con rinnovata decisione.

Stiamo parlando dei Pac (Piani di accumulo del capitale), quelle formule di investimento «a rate» che permettono anche a chi non dispone di un capitale immediato non solo di costruirlo, ma anche di rivalutarlo investendo in fondi comuni.

Come? Bastano in media da 50 a 300 euro da versare a cadenza mensile o trimestrale al gestore, impegnandosi con lui su un periodo medio lungo (da 10 a 30 anni).

«La gran parte dei Pac finisce ancora in fondi azionari, ricalcando le modalità con cui sono stati promossi sino a oggi , spiega Alessandro Rota, direttore dell’ufficio studi di Assogestioni , mai tempi sono maturi per spingersi oltre, ad esempio nelle obbligazioni a breve termine o nei fondi di liquidità.

Con la loro formula i Pac ricalcano il modello dei fondi pensione e possono costituire un valido strumento di integrazione previdenziale».

Ai piccoli risparmiatori la scelta. Il resto lo faranno la competenza e la serietà del gestore insieme a un’attenta analisi dei costi di gestione, delle commissioni di ingresso e di acquisto che, raccomanda Altroconsumo, «per rendere conveniente il Pac dovranno essere molto basse».

La domanda però resta aperta. Con i Pac si può guadagnare?

Dipende dalle modalità di investimento.

Facciamo un esempio: comprare azioni è più rischioso, ma sul lungo periodo il rendimento è migliore.

E gli esperti concordano che con un andamento «oscillatorio » dei mercati l’investimento effettuato con un Pac risulterà più vantaggioso di quello realizzato in blocco con un capitale iniziale.

«I punti di forza dei piani di accumulo sono molti: non richiedono grandi somme, tutti lo possono fare e “costringono” a risparmiare. Soprattutto, però, si tratta di un modello di gestione del risparmio funzionale perché depurato di quella componente emotiva che condiziona molti investitori».

L’automatismo dei Pac permette di investire in fasi diverse del mercato, muovendosi in piena lucidità. «Sfruttando le fluttuazioni degli indici, il risparmiatore riesce ad acquistare a prezzi più competitivi. Inoltre, non sarà tentato di comprare soltanto quando la Borsa sale né di vendere quando scende, scordandosi che l’investimento azionario rende meglio sul lungo periodo».

D’altronde se il popolo dei Pac cresce, un motivo ci sarà.

Oggi un investitore su quattro sottoscrive fondi con un Piano di accumulo del capitale, una percentuale cresciuta di 7 punti negli ultimi 8 anni, e gli investimenti Pac coprono ormai il 13 per cento del patrimonio dei fondi italiani.

«Per questo è il momento di esplorare nuove frontiere: la forte volatilità delle obbligazioni cui assistiamodi recente le rende appetibili anche per i Pac, che permetterebbero di acquistarle a prezzi più vantaggiosi.

E in unmomento di forte incertezza sugli investimenti, non è poco».

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