Investire e risparmiare soldi da giovani

Investire e risparmiare soldi da giovani

Il record del risparmio? Spetta a italiani e giapponesi, capaci di mettere da parte un patrimonio che vale 8 volte il Prodotto interno lordo. 
Una metà di questa ricchezza finisce nell’acquisto di immobili, l’altra viene fatta fruttare attraverso investimenti finanziari e depositi.

Il 30% viene affidato all’industria del settore finanziario e impiegato in fondi comuni.

Gli investimenti a lungo termine o previdenziali sono al 16%.

E questo dato, al di là della capacità di risparmio, ci mette all’ultimo posto in Europa.

Per la seconda edizione del Salone del risparmio, il summit con cui l’industria del risparmio incontra i cittadini potenziali investitori, si partirà da qui. In tutto, tre giorni di maratona finanziaria, dal 6 all’8 aprile, nella nuova sede della Bocconi, a Milano: 100 marchi rappresentati e 6 mila persone già registrate.

L’obiettivo è favorire l’educazione finanziaria, spiegare i cambiamenti in atto e aiutare gli italiani a investire meglio.

Ne parliamo con Domenico Siniscalco, presidente di Assogestioni.

Gli italiani sono spaventati dagli investimenti a lungo termine. Perché?

«Semplicemente, non sono incentivati con chiarezza a fare investimenti di lungo periodo. L’allungamento della vita media e l’assottigliarsi delle pensioni pubbliche chiede una seria politica economica a sostegno del risparmio che incentivi chi si impegna a mantenere i risparmi sul conto o nel portafoglio per lungo tempo».

Quante persone possono permettersi oggi di bloccare i propri soldi a lungo?

«Innanzitutto va ribadito che una buona previdenza complementare, un buon progetto di investimento, si può sostenere con un piano di accumulo anche piccolo. L’importante è iniziare in giovane età. Per agevolare questo comportamento, si potrebbero anche ipotizzare dei sistemi “flessibili” e adattabili alla situazione economica specifica del risparmiatore».

Il linguaggio della finanza non sempre è accessibile e gli ultimi scandali finanziari non aiutano…

«L’educazione finanziaria è anche uno degli scopi del Salone del Risparmio, ma non credo servano spiegazioni troppo dettagliate o sofisticate: il risparmiatore va semplicemente aiutato a recepire pochi e semplici principi di base».

Quali sono le paure degli italiani?

Gli errori? «La paura è l’incertezza degli scenari, che, di conseguenza, induce il timore di perdere i propri risparmi. Inoltre, voler fare da sé, non è consigliabile. Per questo, oltre ai programmi di educazione finanziaria, serve anche un’adeguata regolamentazione. Quando io compro un’auto, devo fidarmi, la acquisto con la certezza che sia omologata. Lo stesso deve avvenire con i prodotti finanziari».

Gli italiani oggi si fidano poco?

«Quello italiano è un risparmiatore diffidente, ma meno del passato. Nel 2010 i risparmiatori hanno investito complessivamente altri 27 miliardi nei prodotti del settore, con predilezione per fondi azionari e obbligazioni, abbandonando i monetari, i prodotti più “semplici”. È questa la grande sfida».

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